Il Re, il Saggio e il Buffone (Keshavjee Shafique)

Re Saggio Buffone

Titolo originale: Le Roi le Sage et le Bouffon
Autore: Keshavjee Shafique
Prima edizione: 1998
Mia Edizione: Einaudi
Pagine: 228
Genere: Romanzo
Sottogenere: Scienze Umane

Questo, è stato uno dei primi libri che ho comprato. Ero nel mio periodo più combattuto in tema di religione, quel classico periodo “odio tutto” che tutti o quasi tutti passano almeno una volta nella vita. Parlando con un amico di questi argomenti, mi consigliò quasi immediatamente questo romanzetto, il quale, dalla trama rapì subito la mia attenzione, specialmente considerata la fiducia che provo verso quel mio amico in tema letterario (a casa ha più libri che metri quadri ❤ ). In ogni caso, trovo che sia veramente un libro molto carino, forse leggermente pesantuccio vista, appunto, la natura dei temi trattati anche se in chiave romanzata.

C’era una volta, un re buono e giusto, con al fianco un saggio che lo consigliava e un buffone che lo provocava. Il popolo era avvolto come da un opaco velo di sonnolenza. Durante una notte, i tre furono tormentati da strani sogni e così, l’indomani, il re decise di indire un gran torneo delle religioni, per scoprire la “più corretta” strada della spiritualità che porta al Sapere Assoluto. Dai quattro angoli della terra vennero un buddista, un indù, un musulmano, un ebreo, un cristiano ed un ateo, tutti pronti ad esporre le loro ragioni, ma nonostante tutto, gli uomini sono pur sempre uomini…

Estremamente piacevole la scrittura di questo teologo Keniota che riesce a dare una semplice e scorrevole lettura in questo libro. Molto interessanti e soprattutto utili (almeno a me 😉 ) le note in fondo al libro, le quali descrivono i principali punti di ogni religione trattata.

Devo dire che questo romanzo è pieno di frasi, pensieri, concetti che rimangono ben impressi anche molto dopo la fine della lettura. Sono temi importanti e anche un po’ “pericolosi” a parere mio, ma nonostante questo, Shafique riesce a mantenere buon colore e rispetto per tutti.

La cosa che purtroppo mi è rimasta un po’ amara in bocca sono le considerazioni finali che ne ho estrapolato. L’aspettativa era una morale un po’ più piacevole, del tipo che tutte le religioni sono uguali e portano allo stesso obiettivo di pace e gioia prendendo semplicemente sentieri diversi, invece ciò che è arrivato a me è, più cinicamente, che ovunque tu vada è pieno di gente che sa predicare bene e razzolare decisamente male… ma non voglio soffermarmi su questo concetto bensì su quello più piacevole!

Comunque sia, anche qui vi dò un consiglio già utilizzato in precedenza: cercate di eliminare il più possibile i pregiudizi e leggetelo con gli “occhi del romanzo”… vedrete che vi saprà dare molto ^^

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